Sabato della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) - "Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli"
Dal Vangelo secondo Matteo (19,13-15)
Il Magistero di Benedetto XVI
Esortazione Apostolica Africae munus, n. 67-68
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In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Il Magistero di Benedetto XVI
Esortazione Apostolica Africae munus, n. 67-68
La Chiesa è Madre e non saprebbe abbandonarli, chiunque essi siano. È nostro compito proiettare su di essi la luce di Cristo, offrendo loro il suo amore affinché si sentano dire: « Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e ti amo » (Is 43,4). Dio vuole la felicità ed il sorriso di ogni bambino e il suo favore è per lui « perché a chi è come loro infatti appartiene il Regno di Dio » (Mc 10,14). Cristo Gesù ha sempre manifestato la sua preferenza nei confronti dei più piccoli (cfr Mc 10,13-16). Lo stesso Vangelo è permeato in profondità dalla verità sul bambino. Che cosa significa infatti: « Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli » (Mt 18,3)? Gesù non fa forse del bambino un modello, anche per gli adulti? Nel bambino vi è qualche cosa che non dovrebbe mancare mai a chi vuole entrare nel Regno dei cieli. Il cielo è promesso a tutti coloro che sono semplici come i fanciulli, a quanti, come essi, sono pieni di uno spirito di abbandono nella fiducia, puri e ricchi di bontà. Essi soltanto possono trovare in Dio un Padre e diventare, grazie a Gesù, figli di Dio. Figli e figlie dei nostri genitori, Dio vuole che siamo tutti suoi figli adottivi per grazia!