Dal Vangelo secondo Giovanni (5,33-36)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: "Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati.
Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato".
Il Magistero di Benedetto XVI
Vespri Mariani a Mariazell, 8 settembre 2007
Tutta la vostra esistenza deve essere, come quella di Giovanni Battista, un grande, vivo rimando a Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato. Gesù ha qualificato Giovanni “una lampada che arde e risplende” (Gv 5,35). Siate anche voi simili lampade! Fate brillare la vostra luce nella nostra società, nella politica, nel mondo dell’economia, nel mondo della cultura e della ricerca. Anche se è solo un piccolo lume in mezzo a tanti fuochi fatui, esso tuttavia riceve la sua forza e il suo splendore dalla grande Stella del mattino, il Cristo risorto, la cui luce brilla – vuole brillare attraverso noi – e non tramonterà mai […] Gesù ha vissuto in un duplice orientamento: verso il Padre e verso gli uomini. Nella Sacra Scrittura veniamo a conoscerLo come persona che prega, che passa intere notti in dialogo col Padre. Pregando Egli inseriva la sua umanità e quella di tutti noi nel rapporto filiale col Padre. Questo dialogo diventava poi sempre nuovamente missione verso il mondo, verso di noi. La sua missione lo conduceva ad una dedizione pura ed indivisa agli uomini. Nelle testimonianze delle Sacre Scritture non vi è alcun momento della sua esistenza in cui si possa scorgere, nel suo comportamento verso gli uomini, una qualche traccia di interesse personale o di egoismo. Gesù ha amato gli uomini nel Padre, a partire dal Padre – e così li ha amati nel loro vero essere, nella loro realtà.